“Si può parlare l’inglese servendosi delle 3.500 parole più frequenti in questa lingua?”
A questa domanda A.Kondratov in Suoni e Segni, Editori Riuniti 1973, risponde così:
“In effetti 2.000 parole sono sufficienti. Il potere delle parole più correnti nella lingua parlata e’ superiore a quello della lingua scritta. Le prime 1.000 parole più frequenti della lingua parlata coprono il 90% dei testi (mentre nel caso della lingua letteraria la percentuale e’ dell’80%). Per esporre sommariamente il filo conduttore di alcune fiabe sono sufficienti 450 parole. Per raccontare nei particolari un romanzo di avventure ne occorrono 1.400 e per fare un’esposizione completa sul contenuto di una qualsiasi opera letteraria occorrono 3.000 parole.
Così si possono trovare circa 5.860 parole diverse nella Divina Commedia di Dante, 8.474 nell’Orlando Furioso dell’Ariosto, circa 9.000 nei poemi di Omero e più di 20.000 nelle opere di Shakespeare.
Un bambino di 8 anni usa circa 3.500 parole, 9.000 a 14 anni, mentre un adulto utilizza più di 12.000 parole.
Il fatto che la Divina Commedia contenga 5.860 parole differenti (delle quali 1.615 sono nomi propri o di luoghi), non significa affatto che Dante non ne conoscesse di più. Il grande poeta fiorentino conosceva decine di migliaia di parole, e probabilmente se ne serviva. Nel suo poema ne ha utilizzato solo una parte.
L’opera completa del poeta russo Puškin contiene 500.000 parole, delle quali 21.000 sono differenti e solo 720 tra esse si incontrano ognuna più di 100 volte. D’altro canto 6.440 parole differenti vi figurano ognuna una sola volta, 2.880 due volte e 1.800 tre.”
Un buon Vocabolario della lingua italiana può contenere 150.000 voci. Da cui si intuisce che la La biblioteca di Babele raccontata da Borges in Finzioni nella quale sono contenuti tutti i possibili libri di 410 pagine, anche se non infinita (ponendo un limite minimo alle dimensioni del carattere), contiene una miriade di libri di senso compiuto e molti di più senza senso (almeno in parte).
Su diversi quotidiani sono apparsi i Romanzi in 6 parole e come riportato sul sito del Corriere della Sera:
“Leggenda vuole che fu una scommessa a portare Ernest Hemingway a dimostrare che sì, è possibile. La frase da lui coniata fu - Vendesi: scarpine per neonato, mai indossate (For sale: baby shoes, never worn - l'originale)”
http://www.corriere.it/Speciali/Spettacoli/2008/romanzo_sei_parole/
Si può facilmente calcolare che con la combinazione di 6 parole ed i vocaboli a disposizione, al ritmo di un Romanzo al secondo, non basterebbe l’età’ dell’Universo per leggerne una minima parte.
Alcuni Romanzi si possono trovare qui:
"Albero nato immobile morendo diventa mobile".
Alessandro Bergonzoni, attore-autore:
"Non voleva vivere, ma si arrese".
Luca Bianchini, scrittore
"Oggi non c'è più domani".
Aldo Nove, scrittore
"Era una notte buia e tempestosa”
Edward Bulwer-Lytton, scrittore
Ehi... ma questa non è né matematica né fisica ... questa è linguistica statistica :(
RispondiEliminaSimmetrie.
RispondiEliminaSono andato a vedere in quel sito che proponi. Ho letto volenterosamente un paio di articoli, capendoci quasi nulla, o forse meno di nulla, fino ad arrivare all'ipotesi balzana che i fisici nucleari di oggi siano tutti immersi in una realtà alternativa in cui parlano e ragionano di oggetti che per noi non hanno senso alcuno...
Sono sicuro che NON E' così, ma almeno una domanda... Che cosa significa "particella SENZA MASSA"? La prima cosa che mi viene in mente è che il mio concetto di particella sia del tutto fallace, se se ne possono ipotizzare di un genere "senza massa"...