domenica 28 luglio 2019

250. Rebus


 Cercando di te in un vecchio caffè
 ho visto uno specchio e dentro
 ho visto il mare e dentro al mare
 una piccola barca per me.
 Per farmi arrivare a un altro caffè
 con dentro uno specchio che dentro
 si vede il mare e dentro al mare
 una piccola barca pronta per me.

 Ah che rebus, ah che rebus
 Da, da da

 Ma poi questo giro in cerca di te
 è turistico, ahimè, e mi accorgo che
 chi affitta le barche è anche
 il padrone di tutti i caffè
 e paga di qua e paga di là
 noleggia una barca e prendi un caffè
 ah, è meglio star qui a guardare
 i pianeti nuotare davanti a me
 Nell’oscurità del rebus
 Ah che rebus
 Da, da, da

Paolo Conte - Rebus


La dicitura "effetto Droste" venne coniata alla fine degli anni settanta del Novecento dal poeta e giornalista Nico Scheepmaker, il quale prese spunto dalla marca olandese di cacao Droste, sulla cui scatola era presente l'immagine di un'infermiera che teneva in mano un vassoio con una tazza e una scatola della stessa marca; questa pubblicità fu creata da Jan Misset nel 1904.

Un'immagine in cui è presente l'effetto Droste possiede una piccola immagine di sé stessa, localizzata dove dovrebbe trovarsi se si trattasse di un'immagine reale. 











Questa piccola immagine inoltre contiene a sua volta una versione ancora più ridotta di sé stessa, e così via. Si continua fino a quando la risoluzione permette di distinguere un cambiamento.








Nell’agosto del 1909 l'artista americano Coles Phillips, noto per le sue eleganti immagini di donne e per un uso esclusivo dello spazio negativo nei dipinti che ha creato per le pubblicità e le copertine di riviste popolari, creò questa copertina per la rivista Life:


Il lavoro di Phillips divenne rapidamente popolare tra i lettori di Life. Nel maggio del 1908, creò una copertina per la rivista che presentava il suo primo disegno da "fadeaway girl" con una figura il cui abbigliamento corrispondeva e scompariva sullo sfondo. Phillips ha sviluppato questa idea in molte copertine successive.
L'uso dello spazio negativo di Phillips ha permesso allo spettatore di "riempire" l'immagine; ha anche ridotto i costi di stampa per la rivista.


Il disegno ricorsivo è stato utilizzato da Maurits Cornelis Escher in Galleria di stampe (1956), dove partendo dallo sguardo di un visitatore ritratto a osservare il paesaggio di un quadro appeso nella galleria, lo sguardo prosegue passando dal dipinto al paesaggio reale ritrovandosi, dopo un percorso circolare, a osservare la nuca del visitatore attraverso la vetrata della galleria stessa, in una successione potenzialmente infinita.




Nel doppio album dei Pink FloydUmmagumma” (1969) sulla sinistra si vede un quadro dove è raffigurata la stessa scena, ma con scambio di posto degli stessi musicisti.



Per quanto concerne la copertina frontale si nota un collage, a detta dello stesso autore Storm Thorgerson dello studio Hipgnosis, composto in maniera quasi amatoriale, di più foto scattate nella stessa stanza, ma con una sorta di rotazione dei membri del gruppo nelle varie postazioni.


Echoes: The Best of Pink Floyd è una raccolta pubblicata nel 2001. La copertina dell'album (anch’essa ideata da Storm Thorgerson) si basa su un gioco di immagini innestate una dentro l'altra: vi è la cornice di una finestra d'angolo che dà sull'esterno, cioè l'altro muro dell'angolo, nel quale a sua volta si apre un'altra finestra che permette di avere lo scorcio di un interno, subito interrotto da un muro nel quale vi è una nuova finestra che dà su un paesaggio (diverso a seconda dei lati della copertina). 






In questi spazi trovano collocazione personaggi e oggetti che fanno riferimento alle copertine dei precedenti album dei Pink Floyd.


















Per esempio si ritrovano:

·         un uomo in fiamme, come sulla copertina di Wish You Were Here
·         le statuine di un maiale e di una mucca, che simboleggiano le copertine di Animals e Atom Heart Mother
·         un uomo con lampadine attaccate all'abito, dalla copertina dell'album live Delicate Sound of Thunder
·         quattro maschere che riproducono i volti dei componenti del gruppo, come sulla copertina di Is There Anybody Out There?: The Wall Live 1980-1981
·         mattoni bianchi e lo stemma dei due martelli incrociati, che rappresentano The Wall
·         una bicicletta, che si riferisce alla canzone Bike di The Piper at the Gates of Dawn
·         un'ascia, riferita alla canzone Careful with That Axe, Eugene
·         una boccia per pesci, citazione dal testo di Wish You Were Here
·         un uomo in divisa militare, che richiama l'album The Final Cut
·         un letto d'ospedale, come sulla copertina di A Momentary Lapse of Reason
·         le maschere della copertina di The Division Bell
·         un prisma dalla copertina di The Dark Side of The Moon
·         un modellino di un aereo appeso al soffitto, che rimanda allo schianto dell'aereo sul  muro nella canzone In the flesh? contenuta nell'album The Wall
·       un quadro che riprende la cover del loro primo album The Piper At The Gates Of Dawn
·      un uomo in costume da bagno azzurro, lo stesso uomo utilizzato nelle immagini all'interno dell'album Wish You Were Here
·     un bersaglio a cerchi bianchi e rossi che si trova negli occhi delle statue sulla copertina di The Division Bell
·         un quadro che riprende la cover del loro album Meddle



                                  








C'era una volta un Re
seduto sul sofà
che disse alla sua serva
raccontami una storia
e la serva incominciò:

C'era una volta un Re
seduto sul sofà
che disse alla sua serva
raccontami una storia
e la serva incominciò:

C'era una volta un Re
seduto sul sofà
che disse alla sua serva
raccontami una storia
e la serva incominciò:

C'era una volta un Re
seduto sul sofà
che disse alla sua serva
raccontami una storia
e la serva incominciò:

C'era una volta un Re
seduto sul sofà
che disse alla sua serva
raccontami una storia
e la serva incominciò:

C'era una volta un Re
seduto sul sofà
che disse alla sua serva
raccontami una storia
e la serva incominciò:

…………
………..
………...

2 commenti:

  1. Bell'articolo. L'ho condiviso sulla pagina FB de Il mistero del suono senza numero.

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  2. Hai fatto bene Dioniso l'ho così letto anch'io! Molto interessante. Sarebbe da condividere anche sui gruppi matematici!

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