martedì 20 settembre 2011

79. P.A.M. Dirac

Paul Adrien Maurice Dirac ( 8 Agosto 1902, Bristol, Inghilterra; 20 Ottobre 1984, Tallahassee, Florida, USA), figlio di Charles Adrien Ladislas Dirac e Florence Hannah Holten 
Charles Dirac era di cittadinanza svizzera, mentre la madre era inglese di Cornwall.
Paul fu il secondo di tre figli, assieme a Reginald Charles Felix Dirac e la sorella minore Beatrice Isabelle Marguerite Walla Dirac. Il padre durante i pasti pretendeva che si parlasse solo in francese; ottenendo come risultato che Paul era l’unico presente nella sala da pranzo con il padre. L’educazione molto rigida segnò significativamente il carattere di Paul e la sua introversione aumentò dopo il suicidio del fratello, che avvenne mentre venivano pubblicati i suoi primi lavori di Meccanica Statistica (Fermi-Dirac).
In seguito, durante una passeggiata in campagna, ebbe l’intuizione che la non commutatività insita nel Principio di Indeterminazione di Heisenberg poteva essere messa in relazione con le Parentesi di Poisson della Meccanica Hamiltoniana.
Nel 1930 Dirac pubblicò  The principles of Quantum Mechanics” e per i risultati esposti in questo lavoro fu insignito del Premio Nobel per la Fisica nel 1933.
Veniva derivata l'equazione che prese il suo nome e che descriveva l'elettrone da un punto di vista relativistico; il tutto partendo dall'invarianza relativistica, sviluppando una teoria di grande semplicità.
Questo permise a Dirac, nel 1930, di predire l'esistenza del positrone, avente la stessa massa e carica dell'elettrone, ma di segno opposto (soluzioni ad energia negativa della sua equazione) e aprì tutta una serie di ricerche sull'esistenza dell'antimateria ed il positrone fu osservato in seguito da Anderson nel 1932, tramite studi sui raggi cosmici. Furono Patrick Blackett e Giuseppe Occhialini a completare la scoperta l'anno successivo, confermando così la previsione teorica.
Introdusse anche la distribuzione nota come delta di Dirac.

Seppur considerato uno scapolo predestinato, nel 1937 si sposò con Margit Wigner, sorella del fisico magiaro Eugene Wigner.

Sono noti diversi aneddoti sulla scarsa socialità di Dirac, alcuni riportati nell’articolo dei Rudi Matematici:

Quasi tutti basati sul fatto che parlava pochissimo e solo per affermare cose incontrovertibili. Al commensale che ad una cena gli rivolse la parola con un “Bella serata, vero?” sembra abbia risposto un laconico “Sì” solo dopo essersi alzato ed essere andato a verificare le condizioni meteorologiche alla finestra.
Altri narrano che tutto il suo vocabolario di lingua “parlata” si limitasse a “Sì”, “No” e “Non lo so”.
Il più celebre e crudele sembra comunque essere l’aneddoto che narra come, alla fine di una lezione, dopo il classico “Ci sono domande?” uno studente abbia avuto la ventura di chiedergli “Non ho capito quel certo passaggio …”, per sentirsi rispondere un glaciale “Questa non è una domanda, è un’affermazione”.

Infine, di seguito e’ riportata l'intervista con Dirac apparsa sul “Journal of Wisconsin State” nell’aprile del 1929:

Intervistatore : “Professore, ho notato che davanti al vostro cognome sono presenti alcune lettere. Hanno qualche significato particolare?”

Dirac : “No”

I : “Quindi posso scrivere a mio piacimento il loro significato?”

D : “Sì”

I : “Va bene anche se scrivo che P.A.M. indica Poincaré Aloysius Mussolini?”

D : “Sì”

I : “Bene, stiamo andando alla grande! Ora dottore può descrivermi in poche parole il significato delle sue ricerche?”

D : “No”

I : “Ottimo, e’ d’accordo se la metto in questo modo: il professor Dirac risolve tutti i problemi della fisica matematica, ma non riesce a trovare il modo migliore di calcolare una battuta di Babe Ruth (giocatore di baseball) ?

D : “Sì”

I : “Cosa le piace maggiormente in America?”

D : “Patate”

I : “Anche a me. Qual’e’ il suo sport preferito?”

D : “Scacchi cinesi”

I : “Va al cinema?”

D : “Sì”

I : “Quando?”

D : “Nel 1920 … e forse anche nel 1930”

I : “Le piacciono i fumetti del Sunday?”

D : “Sì”

I : “Questa e’ una cosa importante, dottore, e mostra che siamo meno differenti di quanto potessi pensare. Ora un’altra domanda: mi dicono che lei e Einstein siete le sole due persone veramente capaci di comprendersi l’un l’altro. Non voglio sapere se questo e’ vero, per quello che so siete troppo modesto per ammetterlo. Ma voglio sapere questo: avete mai incontrato qualcuno che non riuscite a comprendere?”

D : “Sì”

I : “Questo e’ interessante. Può dirmi chi e’?”

D : “Weyl


E con questa risposta terminava l’intervista.


Graham Farmelo, The strangest man, Basic Books, 2009

Francesco La Teana, Vite matematiche, Springer, 2007
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1 commento:

  1. Dirac si comportava esattamente come i personaggi delle opere di Achille Campanile; attribuiva a ciascuna parola e a ciascuna frase solo il loro valore letterale, tralasciando tutti i significati di livello ulteriore. Bella serata? Dipende...

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