"Lo-lo pre-pre-preparo su-subito!"
"C-che fa mi-mi pi-pi-piglia in gi-giro?"
"No, ba-ba-balbetto a-a-anch’io"
Entra un altro cliente: "Mi fa un caffè per favore?"
e il barista prontamente: "Certo, lo preparo immediatamente"
il primo cliente innervosito: "A-a-allora, mi p-p-prende in gi-gi-gi-giro!!"
e il barista: “N-no, pi-pi-pigliavo in gi-giro l’altro!"
Ho sempre trovato illogica questa vecchia
barzelletta (volendo anche un po’ scorretta) e mi ricorda le due storielline
raccontate da Woody Allen nel film Io e Annie citate in fondo a questo post. Però, nella loro illogicità, hanno
un certo non so che di vero.
Niccolò Fontana (nato a Brescia e
morto a Venezia) rimase coinvolto negli scontri che avvennero durante la presa
di Brescia da parte dei francesi nel 1512. Suo padre rimase ucciso e lui stesso,
in seguito ad una grave ferita alla mandibola ed al palato, per tutta la vita
ebbe evidenti difficoltà nell'articolare parole e venne così soprannominato Tartaglia.
Piazza del Duomo (Brescia) thanks GB
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Di estrazione sociale molto povera e
senza nessuna scolarità, riuscì ad apprendere da autodidatta tutto ciò che gli
serviva. Frequentò solamente un corso di scrittura per 15 giorni all'età di 14
anni e nonostante le numerose difficoltà Tartaglia riuscì persino a diventare
professore di matematica
ed insegnò a Verona dove rimase fino al 1534.
Impiegato: "Ah, scusi, è balbuziente?".
Cliente: "No, io no, parlo bene, mio padre è balbuziente e l'ufficiale dell’anagrafe
era un gran bastardo!".
Risolse
l'equazione cubica o
equazione di terzo grado e nel 1556 scrisse il "General trattato di
numeri et misure", opera enciclopedica di matematica elementare, dove
compare il famoso "triangolo di Tartaglia". Anche il filosofo e matematico francese Blaise Pascal trattò
di questo triangolo nel 1654, per cui nei in molti libri di testo è detto “triangolo di Pascal”.
1
1 1
1 2 1
1 3 3 1
1 4 6 4 1
1 5 10 10 5 1
1 6 15 20 15 6 1
In
algebra il triangolo di Tartaglia riguarda lo sviluppo della potenza n-esima di
un binomio (con n intero e positivo):
(a + b)n ad esempio (a
+ b)4 = a4 + 4a3b + 6a2b2
+ 4ab3 + b4
I
numeri evidenziati in giallo: 1, 2, 6, 20, 70, 252, 924, 3432, 12870, 48620, …
Hanno
la notevole proprietà che divisi per la sequenza di numeri: 1, 2, 3, 4, 5, 6, …
Danno
come risultato:
1, 1, 2, 5,
14, 42, 132, 429, 1430, 4862, 16796, 58786, 208012, 742900, …
I
termini di questa sequenza sono chiamati numeri di Catalan.
Molti
problemi combinatori hanno come
soluzione i numeri di Catalan.
Ad
esempio:
il
numero dei cammini in una griglia n
x n che collegano due vertici opposti senza mai
attraversare la diagonale. I cammini per n = 4 sono effettivamente 14.
Nota: sommando i coefficienti del triangolo per riga si
ottengono le potenze di 2 (1, 2, 4, 8, ... ).
E io pensai
a quella vecchia barzelletta, sapete... quella dove uno va dallo psichiatra e
dice: "Dottore mio fratello è pazzo, crede di essere una gallina", e
il dottore gli dice: "perché non lo interna?", e quello risponde:
"e poi a me le uova chi me le fa?".
Be', credo
che corrisponda molto a quello che penso io dei rapporti uomo-donna.
E cioè che
sono assolutamente irrazionali, ehm... e pazzi, e assurdi, e... ma credo che
continuino perché la maggior parte di noi ha bisogno di uova.
C'è una
vecchia storiella. Due vecchiette sono ricoverate nel solito pensionato per
anziani e una di loro dice: "Ragazza mia, il mangiare qua dentro fa
veramente pena", e l'altra: "Sì, è uno schifo, ma poi che porzioni
piccole!". Be', essenzialmente è così che io guardo alla vita: piena di
solitudine, di miseria, di sofferenza, di infelicità e disgraziatamente dura troppo
poco.
Io e Annie,
1977, Woody Allen
Altra barzelletta:
Impiegato: "Nome?".
Cliente: "Pie-pie-pie-pietro".Impiegato: "Ah, scusi, è balbuziente?".
Cliente: "No, io no, parlo bene, mio padre è balbuziente e l'ufficiale dell’anagrafe
era un gran bastardo!".
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