Qui se non mi sbrigherò, arriverà il Rinascimento e non ci sarà tempo che per dipingere! (Giullare) - Woody Allen: Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (ma non avete mai osato chiedere)
A due passi dal Duomo di Milano si trova la via Falcone. Stretta e corta, meno di 100 metri.
Chi la percorre arrivando da via Mazzini, non la noterà nemmeno: a sinistra ci sono portici con negozi costruiti nel dopoguerra, mentre a destra un muro di mattoni e alcune vecchie case. Ma questa è una delle vie più vecchie di Milano e la storia è passata di qui.
Nell’anno 1242, all’inizio di via Falcone vi era un albergo con l’insegna del falcone. Più che un albergo era un ostello frequentato da avventori e prostitute. Bevitori e giocatori di dadi passavano le giornate sperperando i soldi che avevano.
Si racconta che nell’anno 1242 avvenne un fatto miracoloso
che vide l'immagine della Vergine con Bambino, posta sulla via all’esterno del sacello
di S. Satiro, sanguinare in seguito ad una coltellata infertale da un giovane
squilibrato, tale Massazio da Vigolzone, che aveva perso tutto al gioco. L'immagine
restò esposta all'esterno di S. Satiro, fino a quando, circa due secoli più
tardi, fu decisa la costruzione di un tempio in cui ospitare l'opera. L'icona
con la Vergine del Miracolo fu portata all'interno della chiesa e rimaneggiata
nel XV secolo.
In fianco a S. Satiro vi era la Taverna della Lupa, che
venne acquistata nel 1478 per creare lo spazio per l'edificazione della
bramantesca S. Maria presso S. Satiro.
L'ingaggio del Bramante per la chiesa di S. Maria,
commissionata dagli Sforza e dalla madre di Gian Galeazzo, Bona di Savoia,
risale al 1480. La prima rivoluzione che introdusse appena giunto in cantiere
fu la rotazione della pianta di 90°, rispetto ai primi progetti, cioè con
l'altare maggiore verso via Falcone e l'ingresso verso l'attuale via Torino, per restituire gli spazi maggiori al
pubblico in pellegrinaggio.
Il finto coro della chiesa di Santa Maria presso San Satiro è una struttura, realizzata in mattoni e decorata con terracotta e stucchi dipinti, creata per risolvere il problema della limitazione di una chiesa con pianta a T dando l'illusione dell'esistenza di una vera abside.
Tale struttura è contraddistinta da una volta con cassettoni a bassorilievo che incornicia la grande lunetta con raffigurato il Miracolo della Vergine pugnalata da Massazio. Sotto, sempre a bassorilievo, sono riprodotte tre campate con pilastri e archi che simulano l'esistenza di navate minori laterali concluse da un fondale al quale poggia il più recente altare che incornicia l'affresco duecentesco della Vergine con il Bambino.
Il finto coro della chiesa fu progettato
e verosimilmente realizzato da Donato Bramante contemporaneamente all'intera
costruzione dell'edificio, dunque fra il 1482 e il 1486. Infatti, la struttura
della finta prospettiva simula un prolungamento della navata centrale con la
presenza di tre campate, con pilastri e archi, e suggerisce l'esistenza di
navate minori laterali per mezzo di un ordine minore: tutto ciò poteva essere
stato pensato solo contemporaneamente alla progettazione e realizzazione di
quelle che sono le reali navate della chiesa.
Durante il governo di Ludovico il Moro, Milano conobbe un vero e proprio periodo d'oro, con la presenza a corte di artisti come Leonardo e Bramante e matematici come Luca Pacioli.
Nel 1479 Ludovico Sforza ritorna
a Milano e assume la reggenza del giovane nipote Gian Galeazzo Sforza, che
era diventato duca di Milano dopo la morte del padre Galeazzo Maria
assassinato nella chiesa di Santo Stefano.
Nel 1489 Ludovico assume definitivamente il potere e nel 1495 è
incoronato in Duomo come duca di Milano. Dopo 4 anni, le truppe di Luigi XII re
di Francia invadono Milano e Ludovico il Moro fugge a Innsbruck.
Nello stesso anno, Bramante parte per
Roma e Leonardo per Venezia.
Nel 1823 Giuseppe Diotti (1779 – 1846) dipinse la famosa tela “La corte di Ludovico il Moro”, dove vengono rappresentati intellettuali e artisti chiamati da ogni parte d’Italia a contribuire al rinnovamento di Milano. Nel quadro viene raffigurato Leonardo da Vinci mentre mostra al duca il disegno dell’Ultima cena. Partendo da sinistra sono rappresentati:
· il segretario di Stato, Bartolomeo Calco mentre entra nella stanza,
· il ragazzo che apre la porta
· il matematico Fra’ Luca Pacioli
· Donato Bramante
· il cardinale Ascanio Sforza
· La duchessa Beatrice d’Este
· Ludovico Sforza detto il Moro
· il musico Franchino Gaffurio da Lodi
· Leonardo da Vinci
· il poeta Bernardo Bellincioni da Firenze
· lo storico Bernardino Corio
Come anticipato, tra le prime opere in cui si misurò Donato Bramante per Ludovico il Moro ci fu la ricostruzione della chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Fu progettato un corpo longitudinale a tre navate, con uguale ampiezza tra navata centrale e bracci del transetto, entrambi coperti da poderose volte a botte con cassettoni dipinti. L'incrocio dei bracci presenta una cupola, immancabile motivo bramantesco, ma l'armonia dell'insieme era messa a rischio dall'insufficiente ampiezza che, nell'impossibilità di estenderlo, venne "allungato" illusionisticamente, costruendo una finta fuga prospettica in stucco in uno spazio profondo meno di un metro, con tanto di volta cassettonata illusoria.
Leonardo da Vinci fu ospite di Milano in diversi periodi, in modo continuativo dal 1482 al 1499, e poi in varie occasioni tra il 1506 e il 1513.
Con il primo esempio di Curriculum
Vitae, Leonardo si propose al signore della città come esperto di tecniche
militari e in quell'occasione scrisse la famosa "lettera d'impiego"
di nove paragrafi, in cui descriveva innanzitutto i suoi progetti di
ingegneristica, di apparati militari, di opere idrauliche, di architettura, e
solo alla fine, di pittura e scultura, di cui occuparsi in tempo di pace, tra
cui il progetto di un cavallo di bronzo per un monumento a Francesco Sforza.
Più
precisamente, la lettera, conservata nel Codice Atlantico, elenca tutte
le sue competenze:
· costruire ponti
· togliere acqua dai fossati
· “ruinare” rocche e fortezze
· scavare cunicoli
· costruire bombarde
· costruire mortai
· costruire imbarcazioni da guerra
· costruire carri armati
Solo
in coda, quando si dice la modestia, esibisce le sue doti di scultore,
architetto e infine di pittore.
Altri esempi degni di nota, dove l’architettura modifica la percezione dello spazio, ingannando l’osservatore in merito alle reali dimensioni, sono, ad esempio, il Teatro Olimpico: un teatro progettato dall'architetto rinascimentale Andrea Palladio nel 1580, situato a Vicenza, e la galleria di Palazzo Spada, a Roma, realizzata da Francesco Borromini.
Le sette
meraviglie prospettiche in architettura (didatticarte.it)
Rinascimento
italiano - Wikipedia
Arte
del Rinascimento - Wikipedia
Rinascimento
lombardo - Wikipedia
Zibaldone Scientifico: 141. Regola del 72
1476 Galeazzo Maria
Sforza è assassinato in S.Stefano
1479 Ludovico il
Moro rientra a Milano e assume la reggenza del nipote
1480 Bramante si
trasferisce da Bergamo a Milano
1482 Leonardo
giunge a Milano
1489 Ludovico il
Moro assume il potere
1490 Isabella
d’Aragona sposa il duca Gian Galeazzo (nipote di Ludovico)
1491 Beatrice
d’Este sposa Ludovico il Moro
1495 Ludovico il
Moro è incoronato in Duomo come duca di Milano
1495 Leonardo
inizia i lavori al Cenacolo di Santa Maria delle Grazie
1499 Ludovico il
Moro fugge a Innsbruck
1499 Bramante parte
per Roma e Leonardo per Venezia