Qualche anno orsono, non esisteva
ancora Street View, mi è venuta la curiosità
di vedere dove “finiva” il naviglio.
Il Naviglio Grande
nasce dal Ticino poco prima di Turbigo. La portata è di 64 m³ al secondo in
estate e di 35 in inverno. Le cronache del duecento narrano dell'inizio dei
lavori intorno al 1177; nel 1187 il naviglio giunse a Trezzano e nel 1211 alle
porte di Milano, a Sant'Eustorgio, nei pressi dell'attuale porta Ticinese.
Da questo punto di arrivo (la darsena) qualche secolo
dopo venne costruito il Naviglio Pavese,
un canale navigabile che unisce Milano a Pavia. Il dislivello tra la darsena di
porta Ticinese e il Ticino è di 56,6 metri, dei quali 4,40 sono superati
dall'inclinazione del fondo, mentre agli altri 52,2 provvedono dodici conche
con cascate. L'ultima conca è assai profonda, in modo da poter funzionare sia
in regime di piena che di magra del Ticino.
Attraversata Pavia sono giunto in viale
Partigiani, qui:
Dopo qualche anno ho scoperto che cos’era
il fabbricato che si vede sulla sinistra.
Hermann Einstein (Bad Buchau, 30 agosto 1847 – Milano, 10
ottobre 1902), padre di Albert e Maja, era un proprietario di fabbriche
elettrotecniche che dalla Germania approdò, con il fratello ingegnere Jacob e
le rispettive famiglie, prima a Pavia, poi a Milano, a causa di dissesti
finanziari. Infatti, dopo alcuni anni di prosperità, elettrificando anche il
sito in cui si svolgeva l'Oktoberfest, i due furono costretti a liquidare la
piccola fabbrica che possedevano a Monaco e a volgere l’attenzione verso il
mercato italiano, impiantando un nuovo stabilimento a Pavia nel 1894, in
società con l’ingegnere italiano Lorenzo Garrone.
Nel marzo 1894 a Pavia vengono fondate
le Officine Elettrotecniche Nazionali
Einstein-Garrone e nell’autunno, in pochi mesi, viene costruita una grande
fabbrica, presso un doppio salto del Naviglio, strategico per la produzione di
energia elettrica (quella che si vede nella foto riportata sopra).
La famiglia di Albert trovò la residenza
in una casa signorile abitata in precedenza da Ugo Foscolo (1778-1827) ora via
Foscolo 11. Durante questo periodo, Albert venne incoraggiato a frequentare le
"Officine Einstein-Garrone" e a interessarsi delle macchine
elettriche. Fu anche una stagione di intense relazioni sociali; la famiglia
Einstein si era infatti integrata bene nell’ambiente borghese pavese, stringendo
amicizia soprattutto con la famiglia Marangoni.
Fu così che Ernesta, figlia
primogenita di Giulio Marangoni e di Rachele Venco, nata a Casteggio, un paese
a circa 25 km a sud di Pavia, all’epoca diciannovenne, conobbe Maja ed Albert;
i tre iniziarono a frequentarsi assiduamente. Furono mesi di vita spensierata
trascorsi tra gite in campagna, bagni al lido sul fiume Ticino, incontri
musicali settimanali dedicati all’esecuzione di autori classici tedeschi.
Parecchi anni più tardi, nel 1955, il
soggiorno pavese di Albert fu rievocato da Ernesta in persona, la quale rese
altresì nota la corrispondenza intercorsa fra loro nel 1946, a guerra finita.
«Alberto lo conobbi in un pomeriggio
estivo in cui era in vacanza tra due semestri, allo stabilimento bagni in
Ticino, e mi parve un giovinetto un po’ delicato ma sano – un po’ scialbo di
tinte, occhi scuri, capelli castani non neri come quelli della sorella e come
divennero in seguito». In questi incontri estivi Albert che «parlava abbastanza
bene l’italiano – proseguiva Ernestina – le boutades le lanciava in tedesco,
lasciandole poi tradurre dalla sorella».
Ernestina aggiungeva inoltre a queste
cronache altri episodi anche scientifici che riguardavano il dono da parte del
giovane Einstein di un lavoro manoscritto dal titolo: Sull’elettricità e la
corrente elettrica (oggi perduto), mentre divertita descriveva il brillante
viaggio con l’amico Otto Neustätter che egli compì via tram da Pavia e a piedi
da Voghera fino a Genova per visitare lo zio Jacob Koch.
Ernesta visse a lungo fino al 1972
quando, ultranovantenne, si spense nella sua casa di Casteggio.
Dopo poco tempo gli Einstein si
spostarono in via Bigli 21 a Milano e qui impiantarono una piccola officina per
la produzione di dinamo e macchinari elettrici, in via Lecchi, nella zona del
Naviglio Pavese; probabilmente anche in questo caso l’acqua del naviglio
forniva l’energia elettrica necessaria alla fabbrica.
L'edificio di via Bigli 21 è un
palazzo caratteristico della vecchia Milano, con il portone affondato in un
grande arco, dove aveva abitato anche la contessa Clara Maffei. Nello stesso periodo sull’altro lato di via Manzoni,
nell’allora Albergo Milano, oggi Grand Hotel et de Milan, era solito
risiedere Giuseppe Verdi (1813-1901).
Come al solito, le cose andarono bene
per qualche anno, Hermann aveva vinto le concessioni per i sistemi di
illuminazione nelle cittadine di Canneto sull’Oglio e Isola della Scala, finché
cominciarono a fargli pressione perché pagasse i suoi debiti.
L’officina di via Lecchi rimase comunque
in funzione fino alla morte del padre di Einstein che da allora riposa al Cimitero Monumentale nel Civico mausoleo Palanti. Nell’edicola,
oltre alla famiglia Palanti, sono sepolti tra gli altri: Franco Parenti, Walter
Chiari, Giovanni D'Anzi, Virgilio Ferrari, Paolo Grassi e il padre di un noto Presidente
del Consiglio.
In quegli anni Einstein conobbe Michele Besso, che rimase suo intimo
amico per tutta la vita e l'unica persona alla quale dette credito di aver
contribuito al lavoro del 1905 sulla Relatività
Ristretta. Lo ringraziò scrivendo: “... concludendo,
tengo a dire che l'amico e collega M. Besso mi ha costantemente prestato la sua
preziosa collaborazione mentre lavoravo a questo argomento, e che gli sono
debitore di parecchi interessanti suggerimenti”.
Besso lo anticipò di meno di un mese
nella morte e in una lettera che scrisse ai familiari Einstein concludeva con l’emblematica
frase:
«Per noi che crediamo nella fisica, la divisione tra
passato, presente e futuro ha solo il valore di un’ostinata illusione»
Einstein A., «Lettera del 21 marzo 1955»
http://ricerca.gelocal.it/laprovinciapavese/archivio/laprovinciapavese/2005/01/28/PT1PO_PT101.html
http://www.paviaedintorni.it/temi/attivita_professioni_file/attivit%C3%A0industriali_file/industrievarie_file/descrizione_einstein.htm
http://www.pv.camcom.it/index.phtml?Id_VMenu=568