“Prima
di scrutare i misteri delle radiocomunicazioni riuscirà forse interessante
riepilogare per sommi capi le principali fasi storiche di questa giovane
scienza”
Inizia così il libro dell’ Ing. Ernesto Montù – RADIO PER TUTTI –
Ulrico Hoepli, 1924, che nell’introduzione si sorprende del fatto che “Ogni giorno accade di parlare con
conoscenti, amici, estranei che guardano increduli e trattano da visionario che
dice loro che ovunque nel nostro Paese si possono ormai udire i concerti e le
notizie che Londra, Parigi, Berlino e altre metropoli Europee trasmettono
quotidianamente a ore prestabilite.”
In Italia la prima trasmissione
radiofonica sarà verso la fine dello stesso anno di pubblicazione del libro (6 Ottobre 1924) con la voce di Maria
Luisa Boncompagni. È un programma composto di musica operistica, da camera e da
concerto, di un bollettino meteorologico e notizie di borsa.
La radiostoria inizia con le prime
ricerche di Heinrich Hertz del 1879 (anno di nascita di Albert Einstein):
“Hertz
scoprì l’azione reciproca di due circuiti elettrici oscillanti per mezzo di
onde elettriche. Il lettore non si spaventi di questi termini tecnici forse un
po' ostici: uno di questi due circuiti, quello trasmettente, era un semplice
rocchetto di induzione collegato con due punte metalliche in modo che tra di
esse scoccavano delle scintille; l'altro, quello ricevente, era un semplice
cerchio di metallo interrotto in un punto e provvisto di una impugnatura
isolata. Ad ogni scintilla che scoccava tra le punte del circuito trasmettente,
Hertz constatò che corrispondeva una piccolissima scintilla nel punto di
interruzione dell'anello anche se questo era situato a qualche metro di
distanza. Ciò poteva solo avvenire perché nell'anello veniva indotta una debole
corrente e questa a sua volta doveva essere prodotta dalle onde elettriche che
la scintilla del circuito trasmettente produceva nell'etere.
Prima
di Hertz, nel 1867, il fisico inglese Maxwell, studiando la propagazione delle
onde luminose e calorifiche, aveva enunciato che luce e calore sono forme di
energia elettromagnetica ed aveva preconizzato l'azione a distanza di una
scintilla per mezzo di onde propagantisi nell'etere. Le sue teorie si basavano
su calcoli matematici; la sua morte avvenuta nel 1879 gli tolse la possibilità
di vederle confermate sperimentalmente.
Gli
esperimenti di Hertz, infatti, non solo provarono l'esattezza delle teorie di
Maxwell, ma dimostrarono che nell'etere potevano essere generate delle onde non
solo da una sorgente di luce, ma anche da una sorgente elettrica. Con
dispositivi speciali che qui non interessa illustrare, Hertz poté provare infatti
che le perturbazioni dell'etere causate dalle scintille hanno un moto
oscillatorio e si propagano colla medesima velocità della luce. Egli poté
inoltre provare l'analogia tra onde elettriche e onde luminose col riflettere,
rifrangere e far convergere le onde elettriche per mezzo di specchi, prismi e
lenti.
Hertz,
che purtroppo morì giovanissimo — a soli 37 anni nel 1894 — non pensò a una applicazione della sua
scoperta a scopi di segnalazione: egli aveva però costruito in embrione il primo complesso
radiotrasmettente e radioricevente.”
Il libro prosegue raccontando del
ventiduenne Guglielmo Marconi che nel 1896 si reca in Inghilterra munito di un
apparecchio completo di telegrafia senza fili. Nel 1897 riesce a trasmettere a
15 chilometri, nel 1899 attraverso la Manica tra South Foreland e Boulogne, nel
1901 a 300 chilometri tra l'isola di Wight e la nave Lizard.
In quasi 400 pagine, con 193
illustrazioni e 6 tabelle, spiega che cosa sono le radioonde, come si
trasmettono, come si ricevono e come funzionano i relativi apparecchi.
come - la Televisione:
“Una
applicazione che forse non tarderà è quella della visione a distanza. In un non
lontano avvenire sarà possibile non solo udire, ma contemporaneamente vedere
ciò che avviene lontano.
Non
solo potremo udire come già ora, l'esecuzione di un'opera in un teatro, ma
vedremo altresì tutto ciò che avviene sul palcoscenico e nella sala.
Potremo
da casa seguire lo svolgimento di qualunque avvenimento sportivo che ha, luogo
a centinaia di chilometri di distanza.
Come
potrà ciò essere possibile?
Un
apparecchio ritrarrà la scena che si vuol trasmettere: in questo apparecchio di
presa i raggi luminosi provenienti da tutti i punti della scena andranno ad
impressionare in un dato ordine di successione un elemento fotoelettrico, cioè
una specie di pila che genera una corrente la cui intensità varia a seconda
della intensità, luminosa del raggio che la colpisce. La corrente prodotta sarà
quindi una corrente pulsante con la quale sarà possibile modulare una corrente
ad alta frequenza, come si fa per la, radiotelefonia.
Nella.
stazione ricevente questa corrente verrà nuovamente rivelata e applicata a una
sorgente di luce la cui intensità luminosa varierà a seconda della intensità
della corrente. Questi raggi luminosi verranno distribuiti su uno schermo nel
medesimo ordine di successione come per la presa e riprodurranno quindi la
scena che si svolge davanti all'apparecchio di presa della stazione
trasmettente.
Questo
il principio teorico per mezzo del quale si può considerare la televisione
fondamentalmente risolta.”
o come
- il cinema
parlante o Fonofilm:
“Dall'America
giunge la notizia che è ormai un fatto compiuto l'introduzione di una pellicola
parlata negli spettacoli cinematografici di New York.
Il
sistema concepito dallo stesso de Forest, si basa sul principio seguente:
registrazione fotografica simultanea dei suoni e delle immagini sulle pellicole
cinematografiche.
Le
emissioni sonore degli attori cinematografici, i quali in questo caso debbono
parlare come su un palcoscenico ordinario, sono raccolte da un microfono
speciale che le trasforma in correnti elettriche come avviene in un telefono
comune. Queste correnti sono amplificate alcune migliaia di volte e servono a
modulare una corrente ad alta frequenza prodotta da un generatore analogo a
quello che si impiega nel telefono senza fili. Le correnti così ottenute
trovano un tubo riempito dì gas speciale che emette delle radiazioni azzurre,
come in una lampada a mercurio. L'intensità luminosa irradiata dal gas varia
proporzionalmente e istantaneamente col variare della corrente. Concentrando il
fascio di luce, che esce dal tubo, sul margine della pellicola cinematografica,
si possono registrare i suoni simultaneamente alle immagini. La fotografia dei
suoni si presenta allora come una sottile striscia, striata di righe
orizzontali la cui opacità varia secondo l'intensità della luce che l'ha
impressionata.
Al
momento della proiezione, per eseguire l'operazione inversa, cioè riprodurre i
suoni secondo la fotografia, si proietta durante lo svolgimento della pellicola
un fascio di luce qualsiasi, ma di una notevole intensità, sulla striscia che
riproduce i suoni. Questo fascio luminoso, la cui potenza illuminante varierà
con l'opacità delle strisce che ha traversato, viene a cadere sopra una pila
foto-elettrica che possiede la proprietà di lasciar passare più o meno corrente
elettrica secondo che è più o meno illuminata. Così la pila trasforma di nuovo
in corrente di intensità variabile il suono fotografato sulla pellicola.”
Montù riesce a fornire una precisa
fotografia del periodo e a inserire una quantità di informazioni
impressionante, comprese le varie legislazioni vigenti all’epoca.
In Italia i primi studi e le prime
prove sperimentali di trasmissioni televisive furono effettuate a Torino a
partire dal 1934, città che già ospitava il Centro di Direzione dell'EIAR
(successivamente RAI). In seguito, l'EIAR stabilirà una sede a Roma, nel
quartiere Prati, dove realizzerà la storica sede di Via Asiago 10 e a Milano in
Corso Sempione.
Il 22 luglio del 1939 entra in funzione a Roma
il primo trasmettitore televisivo da 2 kW presso la stazione trasmittente EIAR
di Monte Mario, che effettuerà per circa un anno regolari trasmissioni
utilizzando lo standard a 441 linee sviluppato dalla Telefunken in Germania.
Nel settembre dello stesso anno un secondo trasmettitore televisivo della
potenza di 400 W viene installato a Milano sulla Torre Littoria (oggi Torre
Branca) ed effettua trasmissioni sperimentali in occasione della XI Mostra
della Radio e della XXI Fiera Campionaria di Milano.
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