Nel proiettore cinematografico la pellicola scorre con velocità disuniforme, grazie all’utilizzo di una croce di malta. Questo movimento consente a ogni fotogramma di “sostare” davanti alla lampada, che proietta un fascio di luce, per un ventiquattresimo di secondo.
La luce illumina il fotogramma e passa poi attraverso un obiettivo che mette a fuoco l’immagine e la proietta su uno schermo.
Durante questa fase, un otturatore a farfalla o a pale, interrompe la luce in modo che l’occhio umano non riesca a cogliere lo spostamento del fotogramma.
Anche se i fotogrammi che, in un secondo, passano nel fascio di luce sono 24, il proiettore genera un numero maggiore di lampi di luce: questo perché il fenomeno della persistenza delle immagini sulla retina consente all'occhio di non cogliere l'alternanza di buio e di luce solo a partire da circa cinquanta cicli al secondo
L’otturatore, quindi, effettua un minimo di 2 chiusure per ogni fotogramma. Cioè nel corso di una qualsiasi proiezione cinematografica in ogni secondo si verificano 48 lampi di luce sullo schermo, un valore molto simile ai cinquanta cicli percepibili dall’occhio umano. Recentemente la tecnologia ha reso possibile il raggiungimento della ragguardevole cifra di 72 lampi per secondo.
Il blocco croce di Malta è un complesso di ingranaggi che rende possibile il traino intermittente della pellicola per mezzo dell'omonimo rocchetto. Il dispositivo trasforma il movimento continuo del motore di traino del proiettore in un movimento a scatti nel tratto dello sportello di proiezione.