Un'eclissi totale di Sole ha
attraversato una stretta porzione degli Stati Uniti lunedì 21 agosto: da Lincoln
Beach in Oregon a Charleston nella Carolina del Sud.
Ci sono occasioni che possono capitare una sola volta nella
vita, e il fotografo della NASA Joel Kowsky
ne ha avuta una, riuscendo a catturare, vicino a Banner nel Wyoming, una spettacolare
immagine (composta da 7 fotogrammi) che mostra la Stazione Spaziale
Internazionale (ISS) mentre transita
davanti al Sole a 7,66 km/s (circa 27.600 km/h) durante l'eclissi parziale.
A bordo, come parte di “Expedition 52”, è presente un equipaggio di 6 persone: gli
astronauti della NASA Peggy Whitson,
Jack Fischer e Randy Bresnik; i russi Fyodor
Yurchikhin e Sergey Ryazanskiy della
RKA e l'astronauta Paolo Nespoli
dell'ESA (Agenzia Spaziale Europea).
Il diametro angolare
del Sole è di 32’ (0,53 gradi), mentre
ISS ha un periodo orbitale di 92,7 minuti e se vi dovesse capitare di
osservarla, vi potreste rendere conto di cosa significhi viaggiare a più di 22
volte la velocità del suono (o circa 30 volte quella di un aereo di linea).
Con un semplice calcolo si ottiene che
la velocità angolare di ISS è circa 0.0647 gradi/sec (3,9’/sec) e quindi occorrono 8,24 secondi per spostarsi da una
parte all’altra del Sole.
Un'orbita geostazionaria
(in inglese: Geostationary Earth Orbit
o GEO) è un'orbita circolare ed
equatoriale, situata ad un’altezza tale che il periodo di rivoluzione di un
satellite che la percorre coincide con il periodo di rotazione della Terra. È un caso particolare di orbita geosincrona. Si dice orbita
geosincrona una qualsiasi orbita sincrona
attorno alla Terra, potenzialmente utilizzabile da satelliti artificiali. I
satelliti in orbita geosincrona sono caratterizzati da un periodo orbitale pari
al giorno siderale terrestre. È
importante osservare che questi satelliti non
mantengono sempre necessariamente la medesima posizione nel cielo della
Terra.
Dovendo pensare ad un film di fantascienza, il primo che mi
viene in mente è “2001: Odissea nello spazio”. Il film di Stanley Kubrick del 1968, basato su un soggetto di Arthur C. Clarke, il quale ha poi tratto dalla sceneggiatura un romanzo dal titolo
omonimo. Non credo che sia il caso di spendere molte parole che sarebbero
probabilmente fuori luogo; preferisco riportare quanto detto dallo stesso
regista: “Ognuno
è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico del film, io ho
tentato di rappresentare un'esperienza visiva, che aggiri la comprensione per
penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell'inconscio.”
La previsione più famosa di Sir Arthur C. Clarke sul futuro
è la sua proposta di utilizzare satelliti geostazionari per le telecomunicazioni,
pubblicata nella rivista Wireless World
nel 1945. Non considerata seriamente all’inizio, è poi diventata realtà 20 anni
dopo con il lancio del 6 aprile 1965 di Intelsat-Early Bird, il primo satellite
geostazionario commerciale di comunicazione.
Un satellite posizionato in un'orbita circolare equatoriale
ad una distanza di circa 42.164 km dal centro della Terra (35.787 km sopra il
livello del mare) con un periodo pari alla rotazione della Terra sul suo asse
(Giorno Siderale = 23h 56m), rimane geostazionario sullo stesso punto
sull'equatore della Terra. Nel 2002 la Clarke Orbit aveva oltre 300 satelliti. Il
primo riferimento ai satelliti geostazionari è contenuto nell’articolo di
Clarke (inviato all'editore nel 1945) intitolato “Peacetime Uses for V2” pubblicato nel numero di Wireless World.
Arthur C. Clarke nella sua autobiografia scientifica “Ascent to Orbit”, pubblicata nel 1984,
afferma di aver dimenticato questa lettera fino a quando glielo è stato ricordato dal personale ingegneristico della Sri Lanka Broadcasting
Corporation nel 1968.
In tabella vengono riportate le velocità di satelliti in orbita ad una distanza R dal centro della Terra.
Raggio (km)
|
m/s
|
km/h
|
|
ISS
|
6,785
|
7,661
|
27,579
|
Satelliti
Geostazionari
|
42,168
|
3,073
|
11,063
|
Luna
|
384,000
|
1,018
|
3,666
|
L’idea di Clarke era di utilizzare i satelliti artificiali
nello spazio in modo che servissero da ripetitori.
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