“non
ci sono più maestri, ci sono solo esperti del settore”
Armando
(Enzo Jannacci)
La
bellezza del somaro (2010)
Si dice che la bellezza stia negli occhi
di chi guarda, o, come ebbe a dire David Hume: "La bellezza delle cose
esiste nella mente di chi le contempla". E nella mente degli scienziati,
la bellezza assume un significato profondo, spesso reale e a volte “complesso”.
Capita spesso a fisici e matematici di
ricercare nelle loro teorie la bellezza, e di riuscire a trovarla in una
qualche forma di simmetria, altre volte in una forma particolarmente semplice o
infine in un’espressione elegante o equa. Se leggete che ad ogni
azione corrisponde una reazione uguale e contraria
(terzo principio della dinamica),
anche se di fisica ne capite poco, potete comunque percepire che questa
affermazione sia corretta a priori.
Tra i tanti libri che parlano di questo
argomento, ce ne sono 2 che mi sento di consigliare in modo particolare:
P.A.M. Dirac, La bellezza come metodo, ed.Indiana
S. Chandrasekhar, Verità e bellezza, ed.Garzanti
Di Dirac
(premio Nobel per la fisica nel 1933
assieme a Schrödinger) se ne è
parlato in un precedente post, qui
mi limiterò ad esporre la famosa equazione scritta sulla targa che è stata posta,
il 13 novembre 1995, all’interno dell’Abbazia di Westminster a Londra nei
pressi di quella di Isaac Newton.
L'equazione di Dirac è una formulazione relativistica dell'equazione di Schrodinger (che in meccanica quantistica determina l'evoluzione temporale dello stato
di un sistema, ad esempio di una
particella, di un atomo o di una molecola), ammette, però, soluzioni ad energia negativa. Dirac ipotizzò l'esistenza di un
mare infinito di particelle che occupano tali stati ad energia negativa. Dopo
lo sviluppo della teoria quantistica dei campi gli stati ad energia negativa
furono identificati con le antiparticelle, con l'introduzione di un nuovo
numero quantico (che vale +1 per le particelle e -1 per le antiparticelle), in
modo da risolvere alcuni paradossi originati dall'ipotesi del mare di Dirac. Senza rendersene conto aveva scoperto l'antimateria.
È stata formulata nel 1928 ed è un passo
fondamentale per l’unificazione di meccanica
quantistica e relatività ristretta.
Ha consentito di spiegare la struttura
fine dello spettro dell'atomo di idrogeno e il fattore giromagnetico dell'elettrone.
Riporto infine un suo pensiero:
“La bellezza matematica è una qualità che
non può essere definita, non più di quanto la bellezza possa essere definita
per l'arte, ma chi studia matematica, di solito, non ha difficoltà ad
apprezzarla.”
Nota: PAM sta per Paul Adrien
Maurice, mentre OM per Order of Merit.
“Che una scoperta
matematica trovi la sua esatta replica nella natura, mi convince ad affermare
che la bellezza è ciò a cui la mente umana risponde nei suoi recessi più
profondi e segreti. Che la semplicità è
l’impronta del vero e che la bellezza
è lo splendore della verità.”
Verità e bellezza, Chandrasekhar op. cit.
Subrahmanyan Chandrasekhar (1910 – 1995) è stato un fisico, astrofisico e
matematico indiano naturalizzato statunitense. Uno dei maggiori contributi da
lui forniti all'astrofisica è il "Limite
di Chandrasekhar". Esso costituisce un valore critico nelle scale di
grandezza delle stelle nane bianche.
In particolare il Limite di Chandrasekhar
(pari a 3·1030 kg, circa 1,44 volte la massa solare) segna il limite
superiore della massa di una nana bianca. Una stella non rotante che, al
termine della propria permanenza nella sequenza principale, nella fase cioè di
bilanciamento tra forza gravitazionale e pressione di degenerazione degli
elettroni dovuta alla fusione degli atomi di idrogeno, è destinata a collassare
in una nana bianca, se al momento del collasso gravitazionale la massa del
nucleo è al di sotto del Limite di
Chandrasekhar. Se, invece, la massa del nucleo supera il Limite di Chandrasekhar, essa collasserà
in forma di una stella di neutroni o
di un buco nero. Subrahmanyan è
stato premio Nobel per la fisica
nel 1983.
Suo zio, sir Chandrasekhara Venkata Raman (1888 – 1970) è stato un fisico
indiano, premio Nobel per la fisica
nel 1930 per i suoi studi sulla diffusione della luce e per la scoperta
dell'effetto Raman, che da lui
prende il nome. Nel 1921 cominciò gli esperimenti sulla diffusione anelastica
della luce. La spettroscopia Raman è
basata su questo fenomeno.
http://www.enchantedlearning.com/subjects/astronomy/stars/lifecycle/ |
Nel 1975 Chandrasekhar tenne una
conferenza dal titolo “Shakespeare, Newton e Beethoven, ovvero
modelli di creatività” raccolta nel libro “Verità e bellezza – 1990”
http://www.enchantedlearning.com/subjects/astronomy/stars/lifecycle/
http://www.nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1983/chandrasekhar-lecture.html
http://www.nobelprize.org/nobel_prizes/physics/laureates/1983/chandrasekhar-lecture.html
Domanda: un computer potrebbe riconoscere la bellezza?
Non sempre la bellezza matematica traspare
nello stesso modo, come si può verificare in questi 2 esempi:
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