e sotto il
maestrale
urla e
biancheggia il mar
San Martino di Giosuè
Carducci
“Sfuggito al Ciclope, Ulisse raggiunse
l'isola di Eolo, il re dei venti, che lo accolse ospitalmente e gli diede un
otre di pelle di bue, contenente tutti i venti, fuorché una brezza favorevole,
che doveva riportarlo direttamente a Itaca.
E già si potevano
scorgere i fuochi accesi dai pastori nell'isola, allorché l'eroe si addormentò;
i compagni, credendo che l'otre di Eolo contenesse oro, l'aprirono e i venti ne
scapparono via provocando un uragano che sospinse le navi nella direzione
opposta.”
Il vento non è solo un fenomeno
atmosferico, è un qualche cosa di ancestrale memoria che ci provoca forti
emozioni ed ha permesso all’uomo di solcare i mari e scoprire nuove terre.
Aquilone
NNE: Bora
Bacio
Volturno
ENE: Schiavo
Garigliano
Goro
ESE: Solano
Altano
Euro
SSE: Africo
Eolo
Garbino
SSO: Gauro
Favonio
Espero
OSO: Etesia
Gallico
Cecia
ONO: Traversone
Vespero
Cauro
NNO: Zefiro
Brunale
L’idea di scrivere questo post mi è
venuta parlando con un albergatore della riviera romagnola. In una sera
d’estate mi raccontava del Garbino
che, essendo un vento simile al Libeccio, durante la stagione estiva soffia
come brezza di terra in condizioni di stabilità atmosferica. Lo stesso vento,
però, nell'Italia meridionale è conosciuto molto bene per il calore che porta
con sé, ma soprattutto la sabbia, proveniente dal deserto del Sahara.
Il nome
Garbino sembra un nome tipico delle regioni dell’Italia centrale, mentre deriva
dall’arabo gharbi, ovvero occidentale.
La rosa dei venti più semplice è quella a 4
punte dei soli 4 punti cardinali:
Nord - N 0° - dal
quale spira il vento detto Tramontana
Est - E 90° - dal quale spira il vento detto Levante
Sud - S 180° - dal
quale spira il vento detto Ostro (o
Mezzogiorno)
Ovest - W 270° - dal
quale spira il vento detto Ponente
Levante e Ponente derivano il loro nome dalle direzioni ove sorge o
tramonta il Sole; Tramontana potrebbe avere diverse origini: o trans montes (ovvero al di là dei monti)
riferita al fatto che spira dal cuore delle Alpi, ovvero dal nord, oppure deriva
dal paese di Tramonti, situato a nord della repubblica marinara di Amalfi; infine Ostro deriva dal latino Auster (vento australe).
I nomi delle direzioni NE, SE, SO e NO derivano
dal fatto che la rosa dei venti veniva raffigurata, nelle prime
rappresentazioni cartografiche del Mediterraneo vicino all'isola di Malta che
diveniva così anche il punto di riferimento per indicare la direzione di
provenienza del vento.
In quella posizione, le varie direzioni indicavano:
a NE la Grecia, da cui il nome Grecale;
a SE la Siria, da cui il nome Scirocco;
a SO la Libia, che comprendeva anche Tunisia
e Algeria, da cui Libeccio;
a NO si trovava Roma, la Magistra, Maestrale
(via “maestra”).
Si narra che il geografo Eratostene di Cirene
(ca.200 a.C.), comprendendo che più venti presentavano solo leggere varianti,
ridusse i dodici venti usati dai romani agli otto principali. Egli dedusse che
c'erano in realtà solo otto settori di uguale ampiezza e che gli altri venti
non erano altro che varianti di questi otto venti principali. Se ciò fosse
vero, Eratostene sarebbe l'inventore della rosa dei venti ad otto punte.
Quest’ultima fu in seguito sostituita dalla moderna rosa
dei venti (a 16 o a 32 punte), adottata dai marinai durante il Medioevo.
Dei 32 venti, oltre a quelli già
citati, ne vorrei menzionare altri 2.
La Bora è un vento che arriva dalla Dalmazia e dalle Alpi Giulie.
Prende il nome dal croato Bura
(tempesta di neve). E’ un vento freddo e secco, violento, che spira sulle
regioni dell’alto Adriatico.
I sofisti del vento fanno distinzione
tra Bora chiara e Bora scura. La Bora
chiara di solito è presente in inverno a temperature basse, portando
ghiaccio nelle giornate di cielo sereno, dimostrandosi di norma meno intensa e
pericolosa della Bora scura
preannunciata da nubi e piogge.
Nel febbraio 2012 sul molo Fratelli Bandiera di Trieste si è registrata una raffica
di ben 50.8 m/s, ossia quasi 182.88 km orari. In alcune località della Slovenia
e della Dalmazia, per esempio sul ponte sospeso dell'Isola di Veglia la Bora ha raggiunto i 220/250 km orari.
Il Favonio (detto anche Föhn in tedesco) è un vento caldo e secco che
può presentarsi, in differenti configurazioni, su entrambi i lati della catena
alpina. Lo stesso vento che prima delle Alpi risulta di temperature particolarmente
rigide, arriva in Italia con temperature molto più miti.
Una corrente d'aria, nel superare una
catena montuosa, perde parte della propria umidità in precipitazioni (pioggia o
neve). Quando la corrente sale verso l'alto, infatti, l'aria si espande raffreddandosi;
se la condensazione del vapore acqueo sfocia in precipitazioni, non si ritorna
alle condizioni dalle quali si è partiti e l'aria arriva a valle con una
temperatura più alta di quella di partenza.
Aneddoto:
l'asciugacapelli (colloquialmente chiamato fon o fohn) deve il suo nome a
questo vento che in Italia arriva caldo e secco, facendo asciugare i panni
stesi. Viene spesso riportato, meno giustificatamente, nella variante grafica
phon. Sarebbe più corretto scrivere Föhn o Foehn (con la maiuscola, visto che i
sostantivi tedeschi hanno sempre la maiuscola).
Federico II (ancora lui) fece
costruire una torre ottagonale, in cima a un dosso dell’altopiano della città
di Enna a poche centinaia di metri dal centro geografico della Sicilia.
Non è
casuale la forma ottagonale, con le esposizioni delle pareti rappresentanti la
direzione dei venti.
Anche a Castel del Monte si può
comprendere la periodicità dei venti del Mediterraneo verificando su quale
delle molte pareti è in arrivo la raffica di vento.
A chi volesse leggere un bel libro che
parla di questo argomento consiglio il libro di:
Enrico Gurioli – “Il piccolo libro dei venti”, ed.
Pendragon, da cui ho tratto alcuni brani.