Nel capitolo I del libro: Lev D. Landau, Evgenij M. Lifsits, Meccanica, Editori Riuniti, Edizioni Mir, 1976
si puo' leggere:
"La conoscenza delle sole coordinate generalizzate non e' sufficiente per determinare lo "stato meccanico" di un sistema ad un istante dato, non permette cioe' di prevedere la posizione del sistema negli istanti successivi. Se vengono dati solo valori delle coordinate, il sistema puo' avere velocita' arbitrarie, e a seconda dei differenti valori di queste, la posizione in un istante succesivo puo' variare.
Se, invece, tutte le coordinate e le velocita' sono date nello stesso istante, allora, come dimostra l'esperienza, e' possibile determinare interamente lo stato del sistema e, in linea di massima, prevederne il moto futuro...
Le relazioni che legano le accelerazioni con le coordinate e le velocita' si chiamano equazioni del moto. Rispetto alle funzioni q(t) esse sono equazioni ordinarie del secondo ordine la cui integrazione permette di determinare, in linea di massima, queste funzioni, cioe' le traiettorie del sistema meccanico"
Partendo da queste semplici considerazioni, aggiungendo l'isotropia dello spazio e l'omogeneita' dello spazio e del tempo, mediante il principio di minima azione, ricavano poi il principio di relativita' di Galilei
mercoledì 29 dicembre 2010
12. Postulati della relatività speciale (o ristretta)
Einstein per la definizione di relatività speciale partì da due postulati:
Primo postulato (principio di relatività): tutte le leggi fisiche sono le stesse in tutti i sistemi di riferimento inerziali;
Secondo postulato (invarianza della velocità della luce): la velocità della luce nel vuoto ha lo stesso valore in tutti i sistemi di riferimento inerziali.
Il primo postulato deriva da quello di Galilei, mentre il secondo postulato indica che le equazioni di Maxwell, che permettono di calcolare la velocità della luce nel vuoto, devono valere in ogni sistema di riferimento inerziale.
Lo stesso Einstein nell’introduzione a “I fondamenti della teoria della relatività
generale” dedica un paragrafo a questi postulati:
A. Considerazioni
di principio sul postulato della relatività
§1. Osservazioni
sulla teoria della relatività speciale
La teoria della relatività speciale si
fonda sul seguente postulato, soddisfatto anche dalla meccanica di
Galilei-Newton: se un sistema di coordinate K è scelto in
modo tale che relativamente ad esso le leggi fisiche valgono nella loro forma
più semplice, le stesse leggi valgono
anche relativamente ad ogni altro sistema di coordinate K’, assunto in moto di
traslazione uniforme rispetto a K. Chiamiamo questo postulato “principio di
relatività speciale”. Attraverso
la parola “speciale” si allude al fatto che il principio è ristretto al caso
che K’ compia un moto di traslazione
uniforme rispetto
a K, ma che l’equivalenza di K’ e di K non si estende al caso di moto non uniforme
di K’ rispetto a K.
La teoria della relatività speciale si
discosta quindi dalla meccanica classica non per il postulato di relatività, ma
soltanto per il postulato della costanza della velocità della luce nel
vuoto, dal quale, in congiunzione con il principio della relatività speciale,
discendono in modo noto la relatività della simultaneità, come pure la
trasformazione di Lorentz e le leggi con questa associate sul comportamento in moto
dei corpi rigidi e degli orologi.
La modificazione che la teoria dello spazio e del
tempo ha subito a causa della teoria della relatività speciale è veramente
profonda; ma un punto importante rimane intatto. Infatti anche
secondo la teoria della relatività speciale le leggi della geometria si devono interpretare
direttamente come le leggi sulle possibili posizioni relative di corpi rigidi
(a riposo), più in generale le leggi della cinematica come leggi che descrivono
il comportamento di regoli e orologi. A due punti materiali prefissati di un
corpo (rigido) a riposo corrisponde perciò sempre un segmento di lunghezza completamente
determinata, indipendente dalla posizione e dall’orientamento del corpo, come
pure dal tempo; a due prefissate posizioni delle lancette di un orologio a
riposo rispetto ad un sistema di riferimento (consentito) corrisponde sempre un
intervallo temporale di lunghezza determinata, indipendente dalla posizione e
dal tempo. Si mostrerà subito che la teoria della relatività generale non può
attenersi a questa semplice interpretazione fisica dello spazio e del tempo.
http://it.wikipedia.org/wiki/Relativit%C3%A0_ristretta
http://diamante.uniroma3.it/hipparcos/einsteinrelativit%C3%A0link.htm
http://zibalsc.blogspot.com/2010/12/10-relativita-bibliografia.html
http://zibalsc.blogspot.it/2011/09/80-relazione-massa-energia_27.html
http://zibalsc.blogspot.fr/2013/07/125-galilei-salviati-simplicio-e-sagredo.html
Abstract - Principle of relativity
11. Emmy Noether - Simmetrie
Se dopo una trasformazione di un oggetto, il sistema ritorna in una situazione equivalente a quella iniziale, si ha una simmetria.
Il teorema di Noether stabilisce un legame tra l'invarianza di una certa quantità rispetto ad una trasformazione continua e la relativa legge di conservazione. Fu dimostrato dalla matematica Emmy Noether nel 1915.
Il teorema di Noether vale solo per leggi di conservazione locali. Ad oggi, tutte le leggi di conservazione conosciute sono locali.
della quantità di moto deriva dall’ipotesi di omogeneità dello spazio
dell’energia deriva dall’ipotesi di omogeneità del tempo
del momento angolare deriva dall'ipotesi di isotropia dello spazio
del momento angolare deriva dall'ipotesi di isotropia dello spazio
Anche la conservazione della carica elettrica si puo' far derivare dalla simmetria rispetto alle trasformazioni di Gauge
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=532
http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_di_gauge
http://www.arrigoamadori.com/lezioni/MeccanicaClassica/LeggiDiConservazione.htm
http://www.vialattea.net/esperti/php/risposta.php?num=532
http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_di_gauge
http://www.arrigoamadori.com/lezioni/MeccanicaClassica/LeggiDiConservazione.htm
martedì 28 dicembre 2010
10. Relatività - Bibliografia
Steven Weinberg, Gravitation and Cosmology, J.Wiley, 1972
Wolfgang Pauli, Teoria della relatività, Bollati Boringhieri, 2008
Kip S. Thorne, Charles W. Misner, John A. Wheeler, Gravitation, W. H. Freeman, 1973
Albert Einstein, Autobiografia scientifica, Bollati Boringhieri, 1979
Albert Einstein, Il significato della relatività, Einaudi, 1950
Albert Einstein, Opere scelte, a cura di E. Bellone, Bollati Boringhieri, 1988
Hermann Weyl, Space, Time, Matter, Dover, 1952
Hermann Bondi, La relatività e il senso comune, Zanichelli, 1963
Dennis W. Sciama, La Relatività Generale, Zanichelli, 1972
Max Born, La sintesi einsteiniana, Bollati Boringhieri, 1969
Arthur S. Eddington, Spazio, Tempo e Gravitazione, Bollati Boringhieri, 2003
Lev D. Landau, Evgenij M. Lifsits, Teoria dei Campi, Editori Riuniti, Edizioni Mir, 1976
Max Jammer, Storia del concetto di spazio, Feltrinelli, 1966http://longstreet.typepad.com/thesciencebookstore/2013/01/einstein-lists-of-complete-publications-and-most-often-cited-papers.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed%3A+typepad%2FAeos+%28Ptak+Science+Books%29
Einstein: List of Complete Publications; Most Often Cited Papers & Contemporary Reviews
9. Ipersfere
Come riportato in wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Ipersfera
Il "volume" di una ipersfera è dato da:
La "area superficiale" dell'ipersfera è invece data da:
Mentre per la Superficie e':
Per la definizione di derivata, come limite del rapporto incrementale, si ottiene che la Superficie e' la derivata del Volume.
E questo in ogni dimensione: D ( Vn ) = Sn-1
Essendo funzioni di potenza, il loro rapporto in ogni dimensione risulta notevolmente semplice:
Vn / Sn-1 = R / n (es. in 3 dim. = R / 3 )
http://en.wikipedia.org/wiki/N-sphere
Nelle formule per il calcolo di Ipervolumi e Ipersuperfici in 2 e 3 dim. compare π, mentre in 4 e 5 dim. π2, in 6 e 7 dim. π3 e così via.
Come esempio per un numero di dimensioni pari si ha:
mentre per numero di dimensioni dispari:
.
Il "volume" di una ipersfera è dato da:
La "area superficiale" dell'ipersfera è invece data da:
Mentre per la Superficie e':
Per la definizione di derivata, come limite del rapporto incrementale, si ottiene che la Superficie e' la derivata del Volume.
E questo in ogni dimensione: D ( Vn ) = Sn-1
Essendo funzioni di potenza, il loro rapporto in ogni dimensione risulta notevolmente semplice:
Vn / Sn-1 = R / n (es. in 3 dim. = R / 3 )
http://en.wikipedia.org/wiki/N-sphere
Nelle formule per il calcolo di Ipervolumi e Ipersuperfici in 2 e 3 dim. compare π, mentre in 4 e 5 dim. π2, in 6 e 7 dim. π3 e così via.
Come esempio per un numero di dimensioni pari si ha:
mentre per numero di dimensioni dispari:
.
lunedì 27 dicembre 2010
8. Anni Luce
Un anno luce e’ la distanza percorsa dalla luce in un anno: 9,5 x 1012 km
Infatti il numero di secondi in un anno e' circa:
3600 sec x 24 ore x 365,24 giorni/anno = 31.500.000 sec/anno ≈ π x 107 sec/anno
3600 sec x 24 ore x 365,24 giorni/anno = 31.500.000 sec/anno ≈ π x 107 sec/anno
da cui si calcola:
31.550.000 sec/anno x 300.000 km/sec = 9,5 1012 km/anno = 9,5 1015 m/anno = 9,5 1025 Ǻ/anno
31.550.000 sec/anno x 300.000 km/sec = 9,5 1012 km/anno = 9,5 1015 m/anno = 9,5 1025 Ǻ/anno
La stella più vicina alla terra e’ Proxima Centauri a 4,2 anni-luce ma essendo di magnitudine 11,22 non e’ visibile ad occhio nudo, mentre nello stesso sistema stellare e’ visibile Alpha Centauri.
La Luna e’ a 1,3 secondi-luce, mentre il Sole a 8 minuti-luce (150.000.000 km).
La luce percorre 7,5 volte il giro della Terra in 1 secondo (all’equatore).
Ad un aereo di linea (velocità ≈ 1.000 km/ora) che percorre 8.760.000 km/anno, occorrerebbero circa 1 milione di anni per percorrere 1 anno luce
Nel diamante gli atomi di carbonio si dispongono in geometria tetraedrica formando quattro legami identici di lunghezza 1,54 Ǻ;
1 anno luce si puo ottenere mettendo in fila 1,5 kg di atomi di carbonio
http://en.wikipedia.org/wiki/Light-year
1 anno luce si puo ottenere mettendo in fila 1,5 kg di atomi di carbonio
http://en.wikipedia.org/wiki/Light-year
domenica 26 dicembre 2010
7. Sfera + Cono = Cilindro
Il volume di un Cilindro equilatero, dove altezza = diam. base (e quindi h = 2R ) e’
Vcil = 2 π R3
Vcil = 2 π R3
Volumi di Sfera e Cono inscritti nel Cilindro sono: Vsf = 4/3 π R3 ; Vco = 2/3 π R3
Quindi si verifica facilmente che la somma dei Volumi di Sfera + Cono sono equivalenti a quello del Cilindro
Queste considerazioni furono pubblicate da Archimede (287-212 a.C.) nel libro “Della sfera e del cilindro”.
Questa immagine e molto altro si puo' trovare nel sito:
http://utenti.quipo.it/base5/geosolid/volsfera.htm
Un altro risultato notevole è che la Superficie della Sfera = 4 π R2 risulta equivalente a quella laterale del Cilindro!!
Questa immagine e molto altro si puo' trovare nel sito:
http://utenti.quipo.it/base5/geosolid/volsfera.htm
Un altro risultato notevole è che la Superficie della Sfera = 4 π R2 risulta equivalente a quella laterale del Cilindro!!
Non solo… sezionando Sfera e Cilindro circoscritto con 2 piani paralleli, le aree ottenute dei 2 settori di Sfera e Cilindro risultano sempre equivalenti.
Questa proprietà viene utilizzata nella proiezione di Lambert, che è una “proiezione equivalente” in quanto conserva le aree.
Un approfondimento si può trovare nel sito dell’Università’ di Ferrara:
6. Link Fisici
http://mysite.du.edu/~jcalvert/phys/physhom.htm
http://www-phys.science.unitn.it/lcosfi/fismod_mat.html
http://hyperphysics.phy-astr.gsu.edu/hbase/hframe.html
http://www.eftaylor.com/leastaction.html
http://theory.fi.infn.it/dominici/metodi.html
http://www.arrigoamadori.com/
http://www.alberteinstein.info/
http://microcosm.web.cern.ch/Microcosm/P10/Italian/P0.html
http://www.cielidelsud.it/argo/univmano.htm
http://www.new-science-theory.com/albert-einstein.html
http://nedwww.ipac.caltech.edu/level5/Glossary/Glossary_A.html
http://www.astro-physics.com/
http://users.telenet.be/nicvroom/contest.htm
http://astrolink.mclink.it/siti.htm
http://www.df.unipi.it/~fabri/
http://nedwww.ipac.caltech.edu/level5/March01/Carroll3/Carroll4.html
http://www.fourmilab.ch/etexts/einstein/specrel/www/
http://personalpages.to.infn.it/~ferrari/
http://hyperphysics.phy-astr.gsu.edu/hbase/tables/funcon.html
http://hyperphysics.phy-astr.gsu.edu/hbase/tables/concom.html#c1
http://en.wikipedia.org/wiki/Portal:Physics
http://en.wikipedia.org/wiki/Portal:Gravitation
http://www-phys.science.unitn.it/lcosfi/fismod_mat.html
http://hyperphysics.phy-astr.gsu.edu/hbase/hframe.html
http://www.eftaylor.com/leastaction.html
http://theory.fi.infn.it/dominici/metodi.html
http://www.arrigoamadori.com/
http://www.alberteinstein.info/
http://microcosm.web.cern.ch/Microcosm/P10/Italian/P0.html
http://www.cielidelsud.it/argo/univmano.htm
http://www.new-science-theory.com/albert-einstein.html
http://nedwww.ipac.caltech.edu/level5/Glossary/Glossary_A.html
http://www.astro-physics.com/
http://users.telenet.be/nicvroom/contest.htm
http://astrolink.mclink.it/siti.htm
http://www.df.unipi.it/~fabri/
http://nedwww.ipac.caltech.edu/level5/March01/Carroll3/Carroll4.html
http://www.fourmilab.ch/etexts/einstein/specrel/www/
http://personalpages.to.infn.it/~ferrari/
http://hyperphysics.phy-astr.gsu.edu/hbase/tables/funcon.html
http://hyperphysics.phy-astr.gsu.edu/hbase/tables/concom.html#c1
http://en.wikipedia.org/wiki/Portal:Physics
http://en.wikipedia.org/wiki/Portal:Gravitation
5. Sezioni di Cubo
Se si seziona un cubo con un piano parallelo ad una faccia si possono ottenere solo dei quadrati.
Se si seziona con un piano perpendicolare ad una diagonale maggiore del cubo, partendo da un vertice, si ottengono nell'ordine: un punto, triangoli ed esagoni. In particolare nel baricentro del cubo si ha un esagono regolare
Per questo (e non solo) si puo' vedere il sito del centro interuniversitario di matematita:
http://www.matematita.it/materiale/?p=anim.sub3&a=1
In 3 dim. si ottiene un esagono (2x3=6); in 4 dim. si ha invece un ottaedro (2x4=8)
http://zibalsc.blogspot.it/2012/01/94-sezioni-di-ipercubo.html
Se si seziona con un piano perpendicolare ad una diagonale maggiore del cubo, partendo da un vertice, si ottengono nell'ordine: un punto, triangoli ed esagoni. In particolare nel baricentro del cubo si ha un esagono regolare
Per questo (e non solo) si puo' vedere il sito del centro interuniversitario di matematita:
http://www.matematita.it/materiale/?p=anim.sub3&a=1
In 3 dim. si ottiene un esagono (2x3=6); in 4 dim. si ha invece un ottaedro (2x4=8)
http://zibalsc.blogspot.it/2012/01/94-sezioni-di-ipercubo.html
sabato 25 dicembre 2010
4. Paradosso di Olbers
Perché il cielo di notte e’ buio? (astronomo tedesco Heinrich W. Olbers, 1826).
Se l'Universo fosse infinito nello spazio e nel tempo, ed inoltre omogeneo, stazionario ed isotropo, prima o poi il nostro sguardo incrocerebbe una stella.
La spiegazione più accettata è che l’Universo in cui viviamo ha “solo” 13,7 miliardi di anni e come previsto da Edwin Hubble nel 1929 si espande; per cui la luce subisce uno spostamento verso il rosso ed ad una certa distanza scompaiono dal “visibile”. Inoltre le stelle brillano da “poco” tempo.
Un’altra spiegazione interessante è che l’Universo abbia una dimensione frattale inferiore a 2.
Questo implica che ad ogni scala la materia occupa una piccola percentuale dello spazio (es. nucleo/atomo, sole/sistema solare, ecc.)
Un’altra spiegazione interessante è che l’Universo abbia una dimensione frattale inferiore a 2.
Questo implica che ad ogni scala la materia occupa una piccola percentuale dello spazio (es. nucleo/atomo, sole/sistema solare, ecc.)
“Una possibilità puramente statistica è che l'universo visibile abbia una distribuzione frattale, con dimensione frattale inferiore a 2. In questo modo, il limite per r → ∞ tenderebbe comunque ad un numero finito.”
“En 1907, Edmund Edward
Fournier d'Albe s'est attaché à la question de l'organisation de l'Univers
et dans son livre « Two new Worlds » a défini un univers hiérarchisé en
couches d'étoiles de catégories différentes, dont une partie absorbe la
lumière des autres en réponse à un paradoxe connu : pourquoi la nuit est-elle
noire alors qu'il y a une quantité incommensurable d'étoiles, si c'est un
nombre infini? Son système jugé trop rigide a été réfuté, mais il est considéré
comme le précurseur de la théorie de l'Univers fractal et Benoît Mandelbrot
cite aussi ses réflexions sur la structure du flocon de neige qui est
décomposable en une multitude de sous-structures identiques.”
"Nel 1907 pubblicò il piccolo, ma straordinario libro, Two New Worlds[10] nel quale si trova la prima descrizione matematica di una possibile distribuzione gerarchica delle stelle: fu il primo tentativo di descrizione frattale dell'universo. Nel mondo di Fournier le stelle sono distribuiti in uno spazio infinito, ma la massa all'interno di ogni sfera aumenta in modo direttamente proporzionale al suo raggio (si ricordi che in una distribuzione uniforme, tale massa aumenterebbe in proporzione al cubo del raggio). Il suo libro si occupa sia del mondo microscopico (Infra-World) che del mondo in larga scala (Supra-World) e suggerisce che: «un universo costruito su un modello non molto diverso dal nostro viene rilevato su una piccolissima scala definita e misurabile, e un altro su un scala corrispondente molto più grande». Era eccitato dalla possibilità che un tale universo potesse risolvere i due principali paradossi dello spazio infinito, vale a dire il cielo buio stellato (paradosso di Olbers) e la gravità infinita."
“A different resolution, which does not rely on the Big Bang theory, was
first proposed by Carl Charlier in 1908 and later rediscovered by Benoît
Mandelbrot in 1974. They both postulated that if the stars in the universe
were distributed in a hierarchical fractal cosmology (e.g., similar to Cantor
dust)—the average density of any region diminishes as the region considered
increases—it would not be necessary to rely on the Big Bang theory to explain
Olbers' paradox. This model would not rule out a Big Bang but would allow for a
dark sky even if the Big Bang had not occurred.”
Abstract
- Olbers' Paradox
venerdì 24 dicembre 2010
2. Formula di Eulero per i Poliedri
Per un POLIEDRO Semplice (cioe' senza buchi) si ha: V + F = S + 2
dove V = numero di Vertici; F = numero di Facce e S = numero di Spigoli
Questo vale ad es. per il cubo dove V = 8 ; F = 6 e S = 12 per cui: 8 + 6 = 12 + 2
Nel libro: "CHE COS'E' LA MATEMATICA?" R.Courant e H.Robbins - Univ.scient.Boringhieri, si puo' trovare una chiara spiegazione.
Questo si puo' estendere anche a dimensioni superiori, ad es. per un iperpoliedro in 4 dim. si ha:
V + F = S + C dove C = numero di volumi (Cubi)
e per un ipercubo: V = 16 ; S = 32 ; F = 24 e C = 8 per cui: 16 + 24 = 32 + 8
http://www.matematicamente.it/magazine/dicembre2009/123zucco-politopi.pdf
La formula per il calcolo dei vari componenti e':
http://www.maecla.it/Matematica/pagine_matematica/geometria.htm
Per costruire Poliedri in carta si veda il sito:
http://www.korthalsaltes.com/
.
dove V = numero di Vertici; F = numero di Facce e S = numero di Spigoli
Questo vale ad es. per il cubo dove V = 8 ; F = 6 e S = 12 per cui: 8 + 6 = 12 + 2
Nel libro: "CHE COS'E' LA MATEMATICA?" R.Courant e H.Robbins - Univ.scient.Boringhieri, si puo' trovare una chiara spiegazione.
Questo si puo' estendere anche a dimensioni superiori, ad es. per un iperpoliedro in 4 dim. si ha:
V + F = S + C dove C = numero di volumi (Cubi)
e per un ipercubo: V = 16 ; S = 32 ; F = 24 e C = 8 per cui: 16 + 24 = 32 + 8
http://www.matematicamente.it/magazine/dicembre2009/123zucco-politopi.pdf
In generale ponendo N0 il numero dei vertici, N1 degli spigoli, N2 delle facce, ecc.,
per un numero d di dim. pari si ha: N0 + N2 + … + Nd-2 = N1 + N3 + … + Nd-1
per un numero di dim. dispari: N0 + N2 + … + Nd-1 = N1 + … + Nd-2 + 2 La formula per il calcolo dei vari componenti e':
dove C(k,d) e’ il numero di combinazioni di d oggetti presi k a k.
Se si vogliono calcolare le facce quadrate di un cubo, si cerca il numero dei 2-cubi contenuti in un cubo, cioè si pone k = 2 , d = 3 e si applica la formula:
http://www.maecla.it/Matematica/pagine_matematica/geometria.htm
Per costruire Poliedri in carta si veda il sito:
http://www.korthalsaltes.com/
.
1. Numero di Avogadro di stelle
All’inizio del 20o secolo l’idea di Universo era differente da quella attuale. In seguito agli studi di William Herschel, Harlow Shapley e Heber Curtis, Edwin Hubble arrivo' all’idea di Universo come struttura di galassie.
La via Lattea, la nostra galassia, e’ costituita da circa 1011 stelle e il Sole si trova alla distanza dal centro galattico di 10 kparsec, cioe' circa 32614.7 anni luce.
Quindi se in una galassia media ci sono poco piu' di 1011 stelle e nell’Universo sono stimate non piu' di 1012 galassie, possiamo concludere che in totale ci sono 1023 stelle, cioe’ un numero di Avogadro!!!.
Fa riflettere che ci siano piu’ molecole in un bicchier d’acqua che stelle nell’Universo!!!
http://www.esa.int/esaSC/SEM75BS1VED_index_0.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Observable_universe
http://www.esa.int/esaSC/SEM75BS1VED_index_0.html
http://en.wikipedia.org/wiki/Observable_universe
Intro
Quello che potrete trovare in questo Blog e' il risultato di riflessioni su argomenti scientifici noti e meno noti, di link e di riferimenti bibliografici... insomma uno zibaldone di idee.
Molte descrizioni o fonti citate nei post sono tratte da Wikipedia, L'enciclopedia libera; in ogni caso gli autori di citazioni e link possono chiedere di essere rimossi dal blog o, nel caso servisse loro,citare liberamente questo sito.
I vari post hanno il solo scopo di esporre i piu' disparati argomenti, che potranno essere approfonditi seguendo i link riportati nel testo.
In sintesi una libera circolazione di idee.
Molte descrizioni o fonti citate nei post sono tratte da Wikipedia, L'enciclopedia libera; in ogni caso gli autori di citazioni e link possono chiedere di essere rimossi dal blog o, nel caso servisse loro,citare liberamente questo sito.
I vari post hanno il solo scopo di esporre i piu' disparati argomenti, che potranno essere approfonditi seguendo i link riportati nel testo.
In sintesi una libera circolazione di idee.
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